mercoledì 25 gennaio 2012

Contest fotografico / 'Che ne è stato del bon ton.'


Fotografia vincitrice del contest fotografico, di Cristina Colombi.


'Che ne è stato del bon ton.'


Le quattro signore, con i loro eleganti tailleur color pastello, sedevano al tavolo del salotto della proprietaria di casa. I loro cappellini somigliavano rispettivamente ad uno struzzo spennato, ad una gabbia per uccelli, ad un generico spauracchio, ad un limone gigante. 

Il salotto ricordava in ogni suo dettaglio quello della casa delle bambole che tutte le bambine dai boccoli d'oro sognano per anni. Alcune di loro realizzano quel sogno in grande, costruendosi (facendosi costruire, sarebbe meglio dire) la casa delle favole, con tanto di tappezzeria a righe azzurro cielo e sedia a dondolo in legno scuro. Altre bambine, invece, aspettano con ansia l'uscita successiva di 'Doll House' in edicola, per poter finalmente completare, dopo aver raccolto più di quindici uscite precedenti, la famigerata vaschetta da bagno 5 cm x 3 cm. 


Naturalmente le nostre quattro signore appartenevano senza ombra di dubbio alla prima categoria. 


venerdì 20 gennaio 2012

Alla fine.

 Vi salutiamo in anticipo, prima dell'ultimo racconto, con un'avvincente intervista doppia, per fare un bilancio del progetto 'Imagine a story'.


domenica 15 gennaio 2012

Imagine a Story: il contest fotografico!

Sono aperte le iscrizioni per il contest fotografico di Imagine a Story! (In effetti non c'è nessuna iscrizione ufficiale, continuate a leggere, seguite le indicazioni e partecipate!) 


# 19 - The end has no end.



Colonna sonora: The Strokes - The end has no end (consigliamo l'ascolto durante la lettura). 




Da quella notte in poi la mia vita sarebbe stata diversa. 

"Hey, ciao, sì sì hai ragione, non sei ancora stata chiamata perché in effetti qui non facciamo più assunzioni. La crisi, sai no? Comunque se dovesse saltar fuori qualcosa ti faremo sapere sicuramente, non preoccuparti!"

La telefonata che mi cambiò la vita.

L'ennesima delusione, era andata male di nuovo. Niente lavoro, niente prospettiva, un bell'accidente di niente, per me come per altri, in quel periodo.
Ci avevano cresciuti ripetendoci, nelle classi del liceo, 'voi siete il futuro di questo paese, rimboccatevi le maniche e preparatevi a cambiarlo'. 


Merda. I nostri genitori ci avevano lasciato solo quello, merda e nient'altro. Un enorme cumulo di rovine accatastate fino al cielo. Vivevamo in una squallida discarica abbandonata, e sotto a quelle macerie dovevamo scavare a mani nude ogni giorno in cerca di prospettiva, in cerca di lattine di posti fissi, di torsoli di mele con dentro semi di stipendi onesti, vecchi cerchioni ossidati di sicurezze e se ti andava bene scavavi in cerca di gioielli da rivendere per prendere, andare, partire. 


martedì 10 gennaio 2012

# 18 - La Sonata della volpe in Do Minore.




Colonna sonora: Christof Eschenbach - Sonata in Do Maggiore - Allegro Moderato (consigliamo l'ascolto durante la lettura).



"C'era una volta un re che aveva nel suo frutteto un albero di mele, sul quale tutti gli anni spuntava una mela d'oro; ma, quando veniva l'epoca giusta per raccoglierla, essa scompariva senza che nessuno potesse dire che l'avesse rubata."


Niente, e niente di più, Michel era uscito elegantemente dal ristorante, pulendosi le labbra con il tovagliolo come un vero signore. 

Ad essere sincera sapevo bene di esser furba, ma fino a quel punto non mi ero mai avventurata. Avevo avuto clienti molto più complicati di Michel, ma ero sempre riuscita a mantenere un alto profilo. Un'informatrice perbene, questo ero. Un dolce viso strizzato in un elegante tailleur nero. Le gambe nude, perché mi avevano insegnato così, dicevano sempre 'le belle gambe sono un'ottima distrazione e ne ricaverete soltanto, a mostrarle con disinvoltura'.