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- Il nome del progetto, 'Imagine a story', è un gioco di parole: 'immagina una storia', ma anche 'immagine di una storia'. Il nome del progetto è stato scelto in sincronia: durante una chiamata su Skype, nel momento in cui Ju scriveva l'idea per il nome, Paola digitava lo stesso nome su Google per controllarne la disponibilità.

- Il pezzo numero 5, 'Due fratelli', è il seguito di 'Goodbye, Betty Goodbye', pezzo precedentemente pubblicato sul blog di Ju. Per questo si parlava di 'mistero che s'infittisce'.

- Il pezzo numero 6, 'A shabu shabu love story' è ispirato allo stile di scrittura di Banana Yoshimoto. Originariamente il nome del protagonista doveva essere Haru, ma da fonti attendibili (...) abbiamo ricevuto un rimprovero e cambiato il nome in Shin, decisamente più 'virile' rispetto ad Haru. Dopo aver scelto Chie-Chan per il nome della protagonista, Ju ha scoperto che Banana Yoshimoto ha pubblicato un libro dal titolo 'Chie-Chan e io', e naturalmente l'ha interpretato come un segno del destino! Ju appare nella foto relativa a questo ultimo racconto. 

- Per il racconto numero 10, 'A cake horror story', era necessaria una documentazione riguardante i vari tipi di veleni letali per l'uomo. Naturalmente sarebbe stato utile capire anche le dosi minime, utili a questo scopo. Cercando informazioni su Google, sotto la voce 'veleni letali per l'uomo', siamo finite su un forum di medicina. Un altro scrittore chiedeva la lista di questi veleni, e la risposta di un medico ci ha lasciate perplesse. Ignaro del fatto che il web sia in grado di fornire qualsiasi tipo di informazione, ha negato la sua consulenza al suddetto scrittore, evidentemente preoccupato per una possibile strage di massa. Noi ci siamo cercate i nostri veleni per conto nostro, recuperando la seguente lista e le seguenti informazioni (non stiamo progettando nessun veleno-party e tantomeno svelando segreti di stato, sono informazioni reperibili su qualsiasi sito internet o libro dedicato all'argomento):


Aflatossina: danni cellulari al fegato (ce ne sono 13 tipi diversi), prima epidemia nel 1961. Provoca aflatossicosi. 
Arsenico: nel XX secolo utilizzato come pesticida sugli alberi da frutto e precedentemente utilizzato come colorante per dolciumi. Per avvelenamento da arsenico muore Madame Bovary.
Cantarella: veleno e afrodisiaco della famiglia Borgia. Polvere bianca simile allo zucchero, morte atroce in 24 ore per palpitazioni cardiache.
Cianuro: quasi tutti i massimi esponenti del partito nazista avevano con sé una capsula di cianuro.
Cobratossina: dose letale per i topi - 4 microgrammi per kilogrammi di peso.
Fenolo: cristalli bianchi, gialli o rosa. Se iniettato nel cuore impiega 15 secondi per provocare un arresto cardiaco. Possibile spiegazione del fenomeno della stigmate. 
Tetradotossina: più potente del cianuro. 25 milligrammi per 75 kg. di peso letali, testa leggera e paralisi.


- Il diciottesimo racconto prende spunto da una fiaba scandinava, potete leggerla qui:































Quello che nasconde il backstage - Pao

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Dopo aver visto le sue doppie punte, Paola ha deciso di tagliarsi i capelli.

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All’incontro con la signorina Donaway, Constance stava per vestirsi così..!

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Un grazie alla mamma di Luca per averci prestato il sugo con cui simulare il sangue.
E un grazie immenso a Luca per aver sopportato una mezz’ora di vessazioni, in scarpe non sue, con sugo freddo sulle mani. E grazie anche per aver pulito il piazzale in seguito allo spargimento di sangue.

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Trovare la location adatta per questa storia è stato veramente impossibile. In primis perché inizialmente, con la convinzione che il testo parlasse di spiaggia con sassi, abbiamo orientato la ricerca della location su (per l’appunto) spiagge con sassi e vi assicuriamo che, vivendo a Milano, non è propriamente facile trovarne una. In secondo luogo perché una volta accorteci che si trattava di ghiaia ci siamo rese conto che ghiaia e acqua era un’altra accoppiata improbabile da trovare in zona. Alla fin fine l’amico Photoshop è stato la nostra salvezza e un parco vicino casa ci è bastato.

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Un altro scatto insidioso questo. Partendo dal presupposto che di gente che va in giro vestita da cowboy non ne conosciamo, il tutto è stato parecchio limitante. In nostro soccorso però è presto arrivato il padre di Luca, senza il quale non avremmo mai trovato né una camicia a quadrettini né una lugubre cantina. Ebbene sì, quella è veramente la porta di una cantina. Ma giuriamo che dietro non c’è nulla di ciò che è stato narrato da Ju.

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La storia dietro questo scatto è veramente divertente. Dopo aver clamorosamente fallito la prima idea (purtroppo non sempre il primo shooting è quello buono!) abbiamo dovuto procurarci almeno un kimono e delle bacchette. Alla fine ci siamo ritrovate a casa di Ju, con lei "inkimonata" e calata nei panni della modella, ed un paio di sigarette ad imitare il fumo di un piatto caldo. Cucinare lo shabu shabu non è stato nemmeno preso in considerazione.

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Una bella sfida quella lanciata da Ju, per questo scatto. La storia parla di un ragazzo e una bambina e guarda un pò.. Pao ha una nipotina meravigliosa, perfetta per questo scatto. Peccato che non stia ferma un attimo! L'unico scatto decente, in linea con la storia, è quello che vedete in questa pagina. La foto scelta per la storia alla fine è stata ottenuta con dei trucchetti, che però non è ancora arrivato il momento di svelare.

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Thè o whiskey? Una scelta veramente ardua non solo per Jack Giaccone, ma anche in fase di shooting.

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Le idee per questo scatto erano tante, ma poche erano le possibilità per realizzarle. Durante l'ultimo giorno disponibile per lo scatto però l'immagine è venuta da sè, il campo da calcio vuoto e gli spalti malinconici sono stati peggio di un magnete. Stare in maniche corte in pieno inverno è stato un sacrificio necessario.

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Una produzione Ju e Pao nel vero senso della parola. Ci siamo occupate entrambe di tutta la pre-produzione, ed è stato uno scambio di idee continuo durante tutto lo shooting. Una bella collaborazione per il nostro primo grande traguardo, il raggiungimento della metà della vetta.

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Un trucco già sperimentato tempo addietro per una foto con protagonista Ju, e riproposto per il primo turno di Pao. Essendo un'immagine dal concetto poco originale c'era bisogno di un tocco creativo in più, e giocare con l'illuminazione è stata una scelta vincente. Sono stati impiegati tanto tempo e diversi scatti per raggiungere un risultato che convincesse Pao, e ammette anche lei di essere molto soddisfatta. Vedere le sue fotografie prendere vita propria è stata un'emozione indescrivibile

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Essere in una città meravigliosa come Barcellona e non riuscire a scattare una foto può diventare frustrante. Tutto aveva una storia già scritta e tutto era un'immagine già vista ed abusata. Quell'angolo di porto è stato infatti un toccasana, non sarà rappresentativo della città ma è stato decisamente ispirante per la dodicesima immagine.

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Come si fa a resistere ad una giostra tutta illuminata e a un carrellino dello zucchero filato  uscito direttamente dagli anni 50?

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Pensavate veramente che la macchina incendiata fosse frutto di un fotomontaggio...?!

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Lo scatto che ha impegnato meno tempo in assoluto è stato proprio quello natalizio, il "set" era già pronto, il capello è stato recuperato da un'amorevole cognata (e lettrice!!), a Paola è bastato solo pensare e scattare.

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Quanta differenza avrebbe fatto una bottiglietta dall'indefinito contenuto nella mano della nostra triste protagonista, la notte di Capodanno?

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Sarà che ci mancavano i finali cattivi di Ju, sarà che a Pao mancava fare delle foto "black humor inspired", sarà che il numero 17 ha fatto gola ad entrambe.

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Uno scatto di backstage.

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Trovate le differenze :-) Un sentito ringraziamento ai nostri due modelli tabagisti!